La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) 2022/2464 è entrata in vigore il 5 gennaio 2023 e stabilisce l'obbligo di rendicontare la sostenibilità per le seguenti categorie di imprese:

• dal 1° gennaio 2025 (anno fiscale 2024) le imprese attualmente soggette alla direttiva NFRD (Non-Financial Reporting Directive): imprese quotate, banche e assicurazioni;
• dal 1° gennaio 2026 (anno fiscale 2025) le grandi imprese non quotate che, alla data di chiusura del bilancio, anche su base consolidata, abbiano superato almeno due dei seguenti criteri dimensionali:
  - 250 dipendenti in media;
  - 25 milioni di euro di stato patrimoniale;
  - 50 milioni di euro di ricavi netti;
• dal 1° gennaio 2027 (anno fiscale 2026) le piccole e medie imprese quotate (escluse le microimprese), gli istituti di credito di piccole dimensioni non complessi e le imprese di assicurazioni e riassicurazione dipendenti da un Gruppo (“captive”), con l’opzione di posticipare l'obbligo al 2028, con presentazione al 01.01.2029 (clausola opt-out).

Lo sviluppo sostenibile per le PMI è una buona pratica che:

• favorisce la transizione da un'economia lineare a una circolare minimizzando gli sprechi e valorizzando i materiali, spingendo ad un progettazione consapevole e rivolta al ciclo vita del prodotto e al suo uso e consumo finale;
• rappresenta un processo di innovazione perché richiede un’analisi e gestione di opportunità e rischi, oltre allo studio di nuove tecnologie e modelli organizzativi;
• aumenta l’efficacia e l’efficienza delle proprie attività e dei processi aziendali, grazie ad un monitoraggio delle proprie prestazioni ambientali, sociali e di governance;
• migliora la reputazione aziendale, con aumento della fiducia da parte degli stakeholders grazie al loro coinvolgimento.

Per diventare sostenibili occorre un approccio sistemico che prevede dei passaggi chiave:

• piani e questioni rilevanti: coinvolgere la direzione e gli stakeholders interni ed esterni nella valutazione di impatti, rischi e opportunità e nella definizione di un piano di azione sulle tematiche rilevanti;

• controllo e gestione: identificare e gestire le azioni di intervento nel rispetto degli obiettivi fissati;
• monitoraggio e rendicontazione: implementare un sistema atto a raccogliere e rendicontare i dati delle performance attraverso indicatori (KPI) e a raggiungere target predefiniti;
• miglioramento continuo: definire obiettivi specifici, tempi e risorse per migliorare il proprio posizionamento rispetto alle tematiche materiali e sostenibili. 

Comunicare la sostenibilità richiede trasparenza e coerenza evidenziando l’impegno reale e i risultati concreti. Questo avviene tramite:

• modelli di rating di sostenibilità e bilanci di rendicontazione;
• uso consapevole dei mezzi di comunicazione (sito web, social media, etc.);
• responsabilità verso gli stakeholders;
• ricerca di strumenti o sistemi di verifica e approvazione (certificazione, validazioni, attestazioni, etichettature, etc.).  

L'Agenda 2030 è un programma d'azione globale adottato dalle Nazioni Unite nel 2015 per promuovere lo sviluppo sostenibile e migliorare la qualità della vita delle persone in tutto il mondo.
Comprende 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) e 169 traguardi, che gli Stati membri si sono impegnati a raggiungere entro il 2030.
Gli OSS coprono un'ampia gamma di questioni sociali, economiche e ambientali e mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l’ineguaglianza, ad affrontare i cambiamenti climatici, a costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani.
L'Agenda 2030 rappresenta un quadro di riferimento per le politiche e le azioni a livello globale, nazionale e locale, orientate a promuovere un futuro sostenibile per tutte le persone e il pianeta.